Videosorveglianza: commento alla recente pronuncia della Corte Costituzionale

Una recente sentenza della Corte Costituzionale italiana, la numero 69 del 2024, ha risolto un importante quesito riguardante la distribuzione delle competenze legislative tra Stato e regioni nel trattamento dei dati personali, con particolare riferimento all'installazione di sistemi di videosorveglianza nelle strutture socio-assistenziali e socio-sanitarie.

Contesto del caso

La questione è sorta in seguito all'adozione di una legge regionale della Puglia che prevedeva l'installazione obbligatoria di sistemi di videosorveglianza per prevenire abusi e maltrattamenti nei confronti di anziani e disabili nelle strutture assistenziali. La legge specificava anche modalità di trattamento delle immagini, incluse norme su consenso degli ospiti e accesso ai dati da parte delle sole autorità competenti.

La disputa costituzionale

La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha sollevato una questione di legittimità costituzionale rispetto alla legge pugliese, argomentando che il trattamento dei dati personali, inclusa la videosorveglianza, rientra nella competenza legislativa esclusiva dello Stato. Questa posizione si fonda sull'articolo 117 della Costituzione Italiana che stabilisce le materie di competenza esclusiva statale.

La sentenza della Corte Costituzionale

La Corte ha accolto l'argomentazione dello Stato, stabilendo che:

  • Trattamento dei dati personali: la normativa sul trattamento dei dati personali è di competenza esclusiva dello Stato, non potendo essere regolata autonomamente dalle regioni.
  • Competenza EU e GDPR: la Corte ha anche evidenziato che lo Stato ha margini di manovra limitati in questa materia a causa dell'esistenza del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) dell'Unione Europea, che prevede un quadro normativo uniforme per tutti gli stati membri.

Implicazioni della sentenza

Questa decisione ha significative implicazioni per la governance della privacy e del trattamento dei dati personali in Italia, in particolare:

  • Uniformità di trattamento: assicura che la regolamentazione del trattamento dei dati personali sia uniforme in tutto il territorio nazionale, evitando frammentazioni normative regionali che potrebbero complicare la conformità al GDPR.
  • Protezione dei diritti fondamentali: riafferma l'importanza della protezione dei dati personali come diritto fondamentale, la cui tutela deve essere garantita con standard elevati e omogenei.
  • Clarificazione dei ruoli: chiarisce i ruoli e le responsabilità di Stato e regioni nella regolamentazione di materie delicate come la videosorveglianza in contesti vulnerabili, come le strutture socio-assistenziali.

Conclusione

La sentenza della Corte Costituzionale n. 69 del 2024 rappresenta un momento chiave nella definizione delle competenze legislative in Italia, specialmente in termini di protezione dei dati personali e privacy. Offre un chiarimento cruciale sulla ripartizione delle competenze tra lo Stato e le regioni, riaffermando l'importanza di un approccio uniforme e coerente al trattamento dei dati personali, in linea con le direttive europee.

Le ultime interviste

L'impatto dell'intelligenza artificiale negli studi professionali

Fabio Francesco Franco

Il problema degli indicatori di performance su ore fatturate

Anna Elena Brolis

Pubblicato l'AI Act: cosa devono fare aziende ed enti?

Michele Iaselli