Le concessioni balneari in Italia rappresentano un tema caldo, che coinvolge gli interessi della categoria ma anche la collettività dei fruitori, oltre alla finanza locale (per i canoni in entrata, e per le spese necessarie per viabilità, parcheggi, raccolta e smaltimento rifiuti). Recentissime sentenze del Consiglio di Stato hanno sancito l'obbligo immediato di gare per gli affidamenti: facciamo il punto.
La questione delle concessioni balneari in Italia ha radici lontane, specificamente con l'introduzione della direttiva Bolkestein (Direttiva 123/2006) dell'Unione Europea. L'articolo 12 della direttiva stabilisce che, in caso di limitatezza di autorizzazioni per la gestione di risorse limitate, è necessaria una procedura di selezione trasparente e competitiva. Nonostante ciò, per anni, l'Italia ha prorogato le concessioni esistenti, evitando gare pubbliche e sollevando questioni di conformità europea.
Il 20 maggio 2024, il Consiglio di Stato ha emesso tre sentenze che hanno ribadito la necessità di una procedura di gara per le concessioni balneari, sottolineando che le zone costiere suscettibili di concessione sono effettivamente limitate e ricadono in aree di alto interesse turistico. Queste sentenze sottolineano che non è più possibile prorogare le concessioni oltre il 31 dicembre 2023, segnando una scadenza già superata al momento delle sentenze.
Queste decisioni giuridiche implicano che per l'estate 2024, molte aree balneari potrebbero trovarsi senza una concessione valida. Questa situazione crea un urgente bisogno di azione da parte dei comuni e delle regioni, che possono adottare misure temporanee o procedere con nuove gare per regolamentare la situazione.
I comuni, spesso i più direttamente coinvolti, potrebbero introdurre regolamenti che attribuiscono punteggi o vantaggi agli operatori esistenti che hanno effettuato investimenti significativi. Inoltre, si propone che le nuove concessioni non si limitino solo a stabilire un canone, ma prevedano anche investimenti in servizi migliorati, accessibilità, iniziative ambientali e tariffe equilibrate per i fruitori.
La gestione delle coste italiane richiede una visione strategica che bilanci i diritti di uso commerciale con la tutela ambientale e l'accessibilità pubblica. È fondamentale che le nuove politiche di concessione promuovano una gestione sostenibile e inclusiva delle spiagge, proteggendo al contempo gli interessi economici locali e i diritti dei cittadini al godimento delle risorse naturali.
La questione delle concessioni balneari in Italia è a un punto di svolta critico. Le recenti sentenze del Consiglio di Stato hanno chiarito la necessità di adempiere agli obblighi europei e di adottare un approccio più giusto e sostenibile nella gestione delle spiagge. Mentre il paese si avvicina a una nuova era di regolamentazione costiera, la collaborazione tra enti locali, operatori del settore e comunità locali sarà essenziale per garantire che le coste italiane rimangano vibranti e accessibili per tutti.
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