La sicurezza informatica non è più una questione esclusiva dei reparti tecnici. Con l’introduzione della Direttiva NIS2 come recepita dal Decreto Legislativo 138/2024 (Decreto NIS), i legislatori europeo e italiano hanno voluto sottolineare con forza un principio chiave: la responsabilità in ambito cybersecurity parte dall’alto.
Perciò la Direttiva NIS2 e il Decreto NIS prevedono ipotesi di responsabilità personale in capo ai membri degli organi direttivi aziendali.
Uno dei principali elementi di novità introdotti dalla NIS2, come recepita dal Decreto Legislativo 138/2024, è la previsione di obblighi formali a carico degli amministratori e degli organi direttivi dei soggetti essenziali e importanti.
In particolare, l’art. 23 del decreto stabilisce che questi soggetti devono:
In altre parole, la dirigenza non può più limitarsi a supervisionare: è tenuta ad agire, documentare e vigilare.
Uno degli aspetti più significativi del nuovo impianto normativo è il richiamo esplicito alla responsabilità personale degli amministratori. La normativa prevede infatti che, in caso di violazioni, la responsabilità non si ferma all’ente giuridico, ma si estende a chi detiene poteri di rappresentanza e direzione.
Il Decreto 138/2024, all’art. 38, è molto chiaro in questo senso: i soggetti con funzioni dirigenziali possono essere considerati direttamente responsabili per eventuali inadempienze in materia di cybersecurity.
Nel caso venga accertata una responsabilità, il decreto prevede anche sanzioni amministrative accessorie di grande impatto. In particolare, si può arrivare a:
Questo implica che la negligenza in ambito di sicurezza informatica può compromettere la carriera professionale di chi ricopre ruoli apicali.
Altro punto fondamentale introdotto dalla normativa è l’obbligo di formazione continua.
Questa misura non è formale o accessoria: serve a costruire una cultura aziendale della sicurezza, che coinvolga l’intera struttura.
La normativa sancisce un passaggio epocale: l’ente non funge più da scudo per i singoli. La responsabilità è personale e richiede una partecipazione attiva e consapevole.
Non basta più "essere in regola" solo sulla carta: bisogna dimostrare un impegno reale e documentato nella gestione del rischio informatico.
In conclusione, il messaggio della Direttiva NIS2 e del relativo decreto attuativo è chiaro: la sicurezza informatica è una responsabilità condivisa, ma con un peso specifico sulle spalle dei vertici aziendali.
Solo attraverso una dirigenza informata, attenta e coinvolta sarà possibile ridurre efficacemente il rischio di attacchi cyber, proteggere i dati e garantire la continuità operativa.
Le regole ci sono, le sanzioni anche. Ora tocca alle organizzazioni – e ai loro leader – dimostrare di aver colto la sfida.
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