Le prove in materia di uso effettivo di marchio

Nel mondo dei marchi e della proprietà intellettuale, la questione dell'uso effettivo del marchio è di fondamentale importanza per evitare che questo cada in decadenza. Recentemente, un caso riguardante l'uso effettivo del marchio è stato esaminato dalla Commissione di Ricorso dell'Ufficio per la Proprietà Intellettuale dell'Unione Europea (EUIPO), organo con sede ad Alicante e unica autorità competente per disciplinare i marchi dell'Unione Europea.

L'organo competente per i marchi dell'unione europea

Prima di entrare nel dettaglio del caso, è utile ricordare come funziona il sistema di tutela dei marchi nell'Unione Europea. Il marchio dell'Unione Europea ha efficacia uniforme in tutti i 27 Stati membri, e i contenziosi relativi sono generalmente gestiti dall'EUIPO in primo grado e dalla Commissione di Ricorso in secondo grado. In casi eccezionali, è possibile che tali questioni arrivino davanti al Tribunale dell'Unione Europea o alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, ma solo per questioni di diritto molto specifiche.

La regola dei cinque anni: l'uso effettivo del marchio

Una delle principali cause di decadenza di un marchio registrato è la mancata dimostrazione dell'uso effettivo entro cinque anni dalla registrazione. Questo principio vale sia per i marchi nazionali sia per quelli dell'Unione Europea. Non basta, però, dimostrare un uso qualsiasi del marchio: la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea è chiara nel richiedere che il marchio sia usato per mantenere una quota di mercato.

Il caso Iceberg: la necessità di prove adeguate

Il caso esaminato dall'EUIPO ha coinvolto il marchio "Ice" di proprietà di Gilma S.p.A., una società italiana facente parte del gruppo noto nel settore dell'abbigliamento "Iceberg". Il marchio "Ice" era sotto esame per la sua validità nelle classi merceologiche 18 e 25, che includono rispettivamente prodotti come borse e abbigliamento.

In questo contesto, Gilma S.p.A. ha dovuto dimostrare che il marchio "Ice" era stato utilizzato effettivamente. Sebbene l'EUIPO abbia accettato le prove presentate dalla società, ha sottolineato un importante avvertimento: le prove devono essere strettamente collegate alla funzione per cui il marchio è registrato. Non è sufficiente sommergere l'ufficio con una grande quantità di documenti. È essenziale che le prove siano pertinenti e che dimostrino chiaramente l'uso del marchio per mantenere la quota di mercato, con un'analisi puntuale e ben organizzata.

L'obbligo di analisi: come presentare le prove

Un punto critico emerso dal caso è l'obbligo del richiedente di fornire prove circostanziate e di accompagnarle con una chiara analisi. Le prove devono essere presentate in un periodo di riferimento ben definito e devono dimostrare senza ambiguità l'uso effettivo del marchio. Nel caso trattato, nonostante la decisione favorevole a Gilma S.p.A., l'EUIPO ha ammonito la società sulle modalità con cui le prove erano state presentate, sottolineando che una presentazione più caotica o lacunosa avrebbe potuto portare alla decadenza del marchio.

Conclusioni: la lezione del caso Iceberg

Il caso "Ice" rappresenta un'importante lezione per tutte le aziende che intendono mantenere i propri marchi registrati: non è sufficiente utilizzare il marchio sporadicamente o presentare prove in modo superficiale. È necessario adottare un approccio metodico e rigoroso nella raccolta e presentazione delle prove di uso effettivo. Questo approccio può fare la differenza tra il mantenimento del marchio e la sua decadenza.

Per evitare rischi, è fondamentale pianificare con attenzione l'uso del marchio fin dalla registrazione e mantenere una documentazione accurata che possa essere facilmente utilizzata come prova in caso di contestazione.

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