Il "costo-opportunità" di una scelta è un elemento fondamentale da considerare in prima persona quando si valutano possibili alternative in ambito professionale.
Tanto più nella libera professione, in cui i percorsi di carriera sono spesso meno chiari e lineari che in azienda, è vitale abituarsi a riflettere su ciò che si è disposti a sacrificare in favore di un passo avanti.
L’intervista all' Avv. Anna Elena Brolis, business coach e formatrice, approfondisce proprio l'importanza di abituarsi a ragionare in termini di "trade-off" rispetto alle decisioni (piccole e grandi) che si prendono nella propria vita professionale - fino a mettere a fuoco la contropartita che la scelta chiederà di saldare.
Solo in questo modo, del resto, si riuscirà
Perché solo avendo chiaro il valore del proprio tempo e del proprio coinvolgimento si potrà, in sostanza, negoziare per sé con soddisfazione.
Esempi comuni includono: la partecipazione a un progetto importante a scapito del c.d. 'business as usual', del tempo libero e della minor disponibilità verso il management; la richiesta di revisione delle condizioni economiche di collaborazione con l'organizzazione, a scapito di un sentire comune che interpreta negativamente simili aspettative e oppone resistenza indipendentemente dagli argomenti sul tavolo.
È dunque essenziale saper considerare attentamente a cosa si vuol dare priorità e quali comportamenti mettere in campo per creare le condizioni necessarie a raggiungere tali obiettivi, alla luce del prezzo che sarà da affrontare.
Nel contesto degli studi professionali, questa abilità diventa tanto più necessaria perché ci si muove in una dimensione che, in sostanza:
1. Prospetta il diventare Equity Partner come unico vero modello di successo - sebbene sia evidente che in un team non sia desiderabile, né sostenibile, che ci siano solo Partner
2. Non offre certezze sul medio-lungo termine, spesso nemmeno a chi ha un suo portafoglio di clienti
3. Non rivela le regole del gioco: non tutte, non a tutti, non subito... Regole che, peraltro, cambiano spesso in corsa e ammettono un sacco di eccezioni (più o meno esplicite ed esplicitate)
4. Scontenta molti, come dimostra il malessere diffuso negli studi professionali (spesso evidentissimo, nonostante le iniziative per mettere le persone al centro).
Un esempio classico di come il costo-opportunità influenza le carriere nel settore legale è la corsa alla partnership in uno studio legale. Anche chi non ha clienti e ha basato il proprio modello di business sull'alta competenza, infatti, spesso vi aspira seriamente e si trova, talora, a pagare un prezzo altissimo (in termini di salute, autostima, autoconsapevolezza, fiducia nel futuro, fiducia nelle proprie capacità e possibilità di crescita altrove) quando manca l'obiettivo.
Decidere di puntare a diventare partner implica innanzitutto valutare attentamente
1. cosa significa per noi la partnership, a prescindere dal contesto (e quindi anche cosa faremmo e faremo, una volta partner, in studio e fuori)
2. quali risorse si è disposti a mettere in campo, posto che la partnership è il punto di partenza di un gioco totalmente nuovo e impegnativo, che si impara giocando e che, di fatto, non ha regole scritte
3. cosa si vuole ottenere tramite la partnership, quindi anche quando lo si sarà ottenuto e cosa si farà una volta che lo si sarà ottenuto.
Per valutare quanto tempo e quante risorse si è disposti a investire e quali sono le condizioni personali e professionali accettabili per sostenere questa partita, dunque, è necessario ragionare in termini di 'trade-off'.
La pianificazione della propria carriera richiede una profonda riflessione sui propri obiettivi di vita e professionali, sullo stile di vita desiderato e sulle proprie aspettative economiche. È fondamentale porsi spesso domande concrete su quanto si desidera guadagnare nelle determinate fasi della vita, come si vuole vivere e quali compromessi si è disposti a accettare.
L’ Avv. Brolis sottolinea l'importanza di essere consapevoli del proprio valore e di non lasciarsi assorbire dalle dinamiche dello studio professionale, dalle scelte altrui e soprattutto dalle "non scelte" altrui. Spesso, mantenere il focus esclusivamente su aspetti come il titolo interno a scapito di altri fattori, come il benessere personale e relazionale o il riconoscimento economico, porta a decisioni poco allineate con i propri veri bisogni e valori. Peraltro, così facendo, anche il periodo delle valutazioni in studio diventa insostenibile, mentre dovrebbe essere l'occasione di un allineamento chiaro di aspettative reciproche.
Considerare attentamente le proprie scelte e valutare i costi connessi agli obiettivi perseguiti è cruciale anche per abituarsi a curare la propria soddisfazione, senza rimandarla a un futuro incerto ed eventualmente poco probabile. Prevenendo al contempo il rischio di lasciarsi contagiare dal malessere diffuso in studio (tra chi si muove delegando all'organizzazione la definizione delle proprie priorità).
Riflettere molto sui trade-off non aiuta solo a prendere decisioni più consapevoli: consente di allenarsi a costruire un percorso professionale allineato con i propri valori personali, e a esser pronti a cambiare rotta quando la direzione presa in passato si rivela un vicolo cieco.
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