EDPB sulla verifica dell'età degli utenti online

Il tema della verifica dell’età online è diventato sempre più centrale con l’avanzamento della tecnologia digitale e l’uso crescente dell’intelligenza artificiale. 

Il contesto normativo: GDPR, DSA e altre direttive europee

Le nuove linee guida dell’EDPB si collocano in un panorama normativo già consolidato, che comprende:

  • Il GDPR (General Data Protection Regulation), che stabilisce il limite minimo per la raccolta del consenso a 16 anni, soglia ridotta a 14 anni in Italia.
  • Il Digital Services Act (DSA), che impone alle piattaforme online una maggiore responsabilità nella gestione dell’accesso ai propri servizi.
  • La Direttiva sui servizi audiovisivi e mediatici, che introduce specifiche misure di protezione per i minori nell’accesso ai contenuti digitali.

Queste normative convergono nella necessità di implementare sistemi affidabili di verifica dell’età, affinché le piattaforme online possano garantire un utilizzo sicuro dei loro servizi, limitando l’accesso ai contenuti inappropriati per i minori.

I dieci principi guida dell’EDPB sulla verifica dell’età

La dichiarazione dell’EDPB del 12 febbraio introduce dieci principi fondamentali, molti dei quali riprendono concetti già presenti nel GDPR. Tra i più rilevanti troviamo:

  • Minimizzazione dei dati: i sistemi di verifica dell’età devono raccogliere il minor numero possibile di dati personali.
  • Legalità, correttezza e trasparenza: le piattaforme devono garantire che i processi di verifica siano conformi alla legge e comprensibili per l’utente.
  • Garanzia dell’efficacia: i metodi utilizzati devono essere affidabili e in grado di prevenire accessi non autorizzati.
  • Tutela dei diritti fondamentali: i sistemi devono rispettare la libertà di espressione e di pensiero, evitando eccessive limitazioni nell’accesso ai contenuti.

Questi principi non rappresentano una rivoluzione, ma rafforzano l’attenzione verso la protezione dei dati personali e la sicurezza degli utenti più giovani.

Implicazioni per le piattaforme digitali e le imprese

Le nuove direttive dell’EDPB sono particolarmente rilevanti per le aziende che operano nel settore digitale. Esse delineano chiaramente le aspettative nei confronti delle piattaforme online e dei fornitori di servizi, che dovranno:

  • implementare sistemi di verifica dell’età conformi ai principi del GDPR e del DSA;
  • dimostrare la correttezza e l’efficacia delle misure adottate, attraverso audit e controlli successivi;
  • adottare strategie per minimizzare la raccolta di dati, bilanciando sicurezza e rispetto della privacy.

Le imprese dovranno quindi investire in soluzioni tecnologiche avanzate, capaci di verificare l’età degli utenti senza compromettere la protezione dei loro dati personali.

I limiti delle nuove linee guida e le questioni aperte

Nonostante l’EDPB abbia fornito un quadro chiaro, rimangono alcune aree di incertezza. Ad esempio, la dichiarazione non specifica in modo dettagliato quali strumenti debbano essere considerati necessari e proporzionati per garantire la conformità al Digital Services Act e alle altre normative europee.

Resta quindi da capire se la Commissione Europea interverrà con ulteriori chiarimenti o nuove direttive per rendere più operative queste indicazioni, fornendo strumenti pratici per la loro attuazione da parte delle imprese.

Conclusione

Le nuove linee guida dell’EDPB sulla verifica dell’età rappresentano un passo importante nella protezione dei minori e nella regolamentazione dell’accesso ai servizi digitali. Sebbene non introducano rivoluzioni, rafforzano la necessità di responsabilizzazione delle piattaforme e delle imprese, affinché adottino misure efficaci e rispettose della privacy.

Il futuro della regolamentazione in questo ambito dipenderà anche dagli sviluppi normativi a livello europeo e dalle risposte delle aziende, chiamate ad adeguarsi a standard sempre più stringenti per garantire un web più sicuro e accessibile a tutti.

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