L’ingresso di un nuovo professionista in uno studio professionale è spesso fonte di interrogativi e preoccupazioni, soprattutto per chi già opera al suo interno.
La decisione di integrare un nuovo professionista non implica necessariamente un giudizio negativo su chi già lavora nello studio. Spesso, questa scelta nasce da esigenze di crescita, dalla volontà di ampliare il portafoglio clienti o di rafforzare specifiche competenze.
In un mercato legale sempre più competitivo, la strategia che porta a puntare ad aggregarsi e ad attrarre risorse strategiche per migliorare la propria posizione è piuttosto diffusa.
Quando un nuovo collega entra in studio, la reazione più immediata è spesso di diffidenza, o paura.
Se la nuova figura ha competenze simili a quelle di un professionista già presente, si possono generare timori legati alla propria posizione, al proprio ruolo e, non ultimo, al proprio futuro. Tuttavia, ci racconta l'avv. Anna Elena Brolis, executive coach e formatore attiva principalmente nel settore legale, questa situazione non ha come unica interpretazione quella di essere una minaccia, perché più fattori concorrono a renderla per chi c'è già un’opportunità di crescita e consolidamento.
Il timore di essere rimpiazzati o di vedere ridimensionato il proprio ruolo è comprensibile, ma non è l’unica chiave di lettura possibile. Piuttosto che chiudersi in una posizione difensiva, è utile adottare un approccio strategico per trarre vantaggio dalla nuova situazione.
Il primo passo è una riflessione sulle proprie competenze e sul valore che si porta allo studio. Essere consapevoli dei propri punti di forza permette di trovare il modo di integrarli con le nuove dinamiche, anziché temere di essere messi da parte.
Il nuovo collega porta con sé esperienze e competenze diverse. Piuttosto che vederlo come un rivale, può essere vantaggioso individuare sinergie e collaborare per creare maggior valore per lo studio. Ad esempio, facilitare il suo inserimento e aiutarlo a comprendere le dinamiche interne può rendere l’interazione reciprocamente vantaggiosa.
Non basta accettare passivamente la nuova situazione: è fondamentale agire. Discutere con i soci dello studio, confrontarsi con i clienti e ridefinire il proprio ruolo possono aiutare a mantenere una posizione di rilievo e a valorizzare la propria esperienza.
Uno degli errori più comuni è chiudersi in sé stessi o ridurre l’impegno professionale. Questo atteggiamento non fa che alimentare le insicurezze e può portare a un’effettiva perdita di ruolo. Mantenere un atteggiamento aperto e proattivo permette invece di rimanere una figura chiave per lo studio.
Nei momenti di cambiamento, dimostrare leadership è essenziale. La leadership non si misura solo nella capacità tecnica o nel portafoglio clienti, ma anche nella visione strategica e nella capacità di costruire relazioni efficaci. Essere un punto di riferimento per colleghi e clienti aiuta a rafforzare la propria posizione.
L’arrivo di un nuovo professionista in studio va gestito e non subito. E sicuramente il supporto di un consulente di carriera può aiutare a navigare la complessità del momento.
Adottare un atteggiamento proattivo, collaborativo e strategico permette non solo di mantenere il proprio ruolo, ma anche di consolidarlo e valorizzarlo nel lungo termine. In un contesto legale in continua evoluzione, la capacità di adattarsi e costruire sinergie rappresenta ancora una delle chiavi del successo professionale.
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