Com'è stato modificato il #subappalto nei contratti pubblici, dal decreto correttivo al Codice dei Contratti Pubblici, pubblicato il 31 dicembre 2024 ed entrato immediatamente in vigore?
Cos’è il subappalto e perché è così importante?
Il subappalto è un contratto tra privati con cui un’impresa appaltatrice affida a terzi una parte dei lavori o servizi che si è impegnata a realizzare. Nel settore pubblico, questo strumento è fondamentale per:
- l’organizzazione delle imprese: un’impresa può avere in corso più cantieri o commesse e dovere (o volere) gestirli affidando una parte delle prestazioni a subappaltatori
- la gestione delle competenze: molte imprese sono specializzate in determinate attività, ma accedono a contratti più ampi, che possono eseguire subappaltando alcune prestazioni a terzi, attivi negli ambiti non coperti dall'appaltatore
- l’efficienza operativa: Il subappalto consente alle imprese di ottimizzare risorse e tempi di realizzazione.
Un quadro normativo instabile
A dispetto della sua importanza per le imprese, che avrebbero necessità di un quadro normativo stabile, la disciplina del subappalto ha subito numerose
modifiche negli ultimi anni (almeno 8 dal 2016 ad oggi), generando incertezza per gli operatori del settore. Questa continua stratificazione normativa ha reso difficile per le imprese comprendere e applicare correttamente le disposizioni vigenti. In questo contesto di costante revisione, il correttivo del 2024 introduce nuove regole che cambiano ulteriormente lo scenario.
La novità principale: obbligo di subappalto alle PMI
La modifica più rilevante riguarda l’articolo 119, comma 2, del Codice dei Contratti Pubblici, che introduce l’obbligo per le imprese appaltatrici di affidare almeno il 20% delle prestazioni subappaltabili a piccole e medie imprese (PMI). La prescrizione, che si applica agli appalti indetti dal 1° gennaio 2025 in poi, impone due obblighi distinti:
- obbligo di subappaltare almeno il 20% delle prestazioni (non del valore totale dell’appalto, ma delle prestazioni subappaltabili).
- vincolo sui destinatari: in questa misura, il subappalto deve essere assegnato esclusivamente a PMI.
Le criticità dell’obbligo di subappalto alle PMI
L’imposizione del subappalto alle PMI solleva diverse problematiche interpretative e applicative.
- Cosa si intende per “20% delle prestazioni subappaltabili”?
- Non è chiaro se il 20% debba essere calcolato sull’intero valore dell’appalto o solo sulla parte teoricamente subappaltabile, o ancora sulla parte che l'impresa si rierva di subappaltare.
- Siccome la normativa non indica quote precise di prestazioni subappaltabili, risulta incerta la concreta misura di ricorso allo strumento.
- Qual è la sanzione? Se l'appaltatore non rispetta il vincolo, qual è la conseguenza? La norma non lo precisa.
- Il problema del rispetto della soglia nel tempo. In appalti di lunga durata (es. contratti di lavori di rilevante entità / contratti di servizi triennali), il rispetto della quota del 20% potrebbe essere verificata solo a fine contratto, rendendo difficile il monitoraggio e l’applicazione della norma.
- Definizione di PMI e l’esclusione delle microimprese. Il correttivo rinvia alla Raccomandazione UE del 2003 per la definizione di PMI:
- Piccole imprese: meno di 50 dipendenti e fatturato fino a 10 milioni di euro.
- Medie imprese: meno di 250 dipendenti e fatturato fino a 50 milioni di euro.
- Tuttavia, la norma non menziona esplicitamente le microimprese (meno di 10 dipendenti e fatturato sotto i 2 milioni), creando un’anomalia interpretativa: le micro imprese sono incluse nel riferimento alle piccole, o paradossalmente i subappalti alle micro imprese non concorrono al computo del 20%?.
- Eccezioni all’obbligo di subappalto. Il correttivo prevede che, in via eccezionale, un concorrente possa dichiarare al momento dell’offerta di non poter rispettare la quota del 20% per ragioni legate alle caratteristiche dell’appalto. Tuttavia, non è chiaro cosa accada se l’amministrazione non accetta questa motivazione: il concorrente viene escluso? È obbligato a rispettare comunque il vincolo?
Quali sono le implicazioni per le imprese?
Le nuove regole avranno impatti significativi sulle strategie di gestione degli appalti da parte delle imprese:
- maggiore complessità nella gestione dei subappalti: Gli appaltatori devono ora individuare PMI idonee a ricevere il subappalto, rispettando il vincolo del 20%.
- possibili ritardi nei progetti: Il rispetto di questa quota potrebbe rendere più difficoltosa la pianificazione delle attività.
- rischio di esclusione dalle gare: Le imprese che non dichiarano correttamente l’impegno al subappalto alle PMI potrebbero incorrere in sanzioni o esclusione dalle gare.
Conclusioni
L’introduzione dell’obbligo di subappaltare almeno il 20% delle prestazioni subappaltabili alle PMI rappresenta un cambiamento significativo nel settore degli appalti pubblici. Sebbene la misura sia finalizzata a sostenere il tessuto imprenditoriale di piccole e medie dimensioni, la sua applicazione solleva diverse problematiche operative e interpretative.
Le imprese appaltatrici dovranno rivedere le loro strategie di gestione dei contratti pubblici per adeguarsi a queste nuove disposizioni, evitando errori che potrebbero compromettere la partecipazione alle gare. Sarebbe fondamentale un chiarimento normativo per rendere questa misura realmente efficace e applicabile.