Chiarezza e sinteticità negli atti giudiziari

La comunicazione è cambiata, non solo per l'avvento del digitale. E' questo il contesto in cui gli avvocati -e non solo- possono collocare le norme e le sentenze, anche quelle più recenti, che impongono sinteticità e chiarezza negli atti giudiziari, a pena perfino di inammissibilità dei motivi: anche gli atti giuridici sono comunicazioni, e devono arrivare efficacemente ai destinatari.

Contesto delle sentenze

Le sentenze in questione hanno precisato che gli atti di appello redatti oltre il limite di 70.000 battute, circa 35 pagine, sono considerati inammissibili. Tale regolamentazione, stabilita dall'articolo 13 ter delle norme di dotazione del processo amministrativo del 2016, mira a incentivare la chiarezza e la concisione nella redazione degli atti giudiziari. Questa normativa impone agli avvocati una sfida significativa: essere efficaci nella comunicazione pur mantenendo una forma rigorosa e contenuta.

Importanza della chiarezza e della sinteticità

La decisione del Consiglio di Stato non solo stabilisce un parametro legale ma riflette anche una tendenza più ampia nella comunicazione moderna. L'obiettivo è ridurre la complessità e aumentare l'accessibilità dei testi legali, facilitando così la comprensione e la gestione degli atti da parte dei magistrati e delle altre parti interessate.

  • Chiarezza: si riferisce alla necessità di una redazione limpida e comprensibile, che eviti ambiguità e tecnicismi superflui.
  • Sinteticità: implica l'essenzialità del testo, evitando ridondanze e enfatizzando solo gli elementi rilevanti per il caso.

Implicazioni per la pratica legale

Queste nuove direttive richiedono un ripensamento delle strategie di redazione degli atti giudiziari. Gli avvocati devono ora:

  • Rivalutare il loro stile di scrittura. Abbandonare la tendenza alla prolissità e adottare un approccio più diretto e focalizzato.
  • Formare i giovani legali. Incoraggiare una cultura di chiarezza e brevità fin dalle prime fasi della formazione legale.

Sfide e opportunità

La restrizione sulla lunghezza degli atti rappresenta una sfida notevole, in particolare per casi complessi che richiederebbero una trattazione dettagliata. Tuttavia, questa normativa offre anche l'opportunità di migliorare la qualità della redazione legale, rendendo gli atti non solo più brevi ma anche più incisivi e pertinenti.

Conclusione

Le recenti sentenze del Consiglio di Stato italiano sull'inammissibilità degli atti di appello troppo prolissi segnano un importante punto di svolta nella redazione giudiziaria. Questi cambiamenti normativi pongono l'Italia in linea con una tendenza globale che privilegia la chiarezza e la sinteticità, elementi ormai indispensabili in un mondo che privilegia comunicazioni rapide e chiare. Gli studi legali devono ora adattarsi a queste esigenze, raffinando le proprie tecniche redazionali per garantire non solo la conformità normativa ma anche l'efficacia comunicativa.

Le ultime interviste

Il rapporto tra intelligenza artificiale e diritto d'autore

Flaviano Sanzari

Tagliano i compensi in Studio: è un messaggio per me?

Anna Elena Brolis

Provvedimenti cautelari anticipatori: le novità

Emanuela Bianco