L'evoluzione della tecnologia di crittografia e la sua applicazione nelle comunicazioni quotidiane pongono sfide significative per le autorità giudiziarie, particolarmente in contesti internazionali.
La questione emerge in seguito a indagini iniziate nel 2016 dalla polizia belga, riguardanti sospetti di traffico internazionale di stupefacenti. L'indagine si è estesa con il sequestro di dispositivi crittografati noti come criptofonini, che utilizzano app sofisticate per garantire alti livelli di sicurezza e privacy. Questi dispositivi, dotati di SIM dedicate che disabilitano i servizi di localizzazione, hanno complicato le operazioni delle forze dell'ordine, sfidando le metodologie investigative tradizionali.
La fase cruciale dell'indagine ha coinvolto magistrati francesi, che hanno disposto intercettazioni in tempo reale delle comunicazioni svolte tramite questi dispositivi. Questo processo ha richiesto un'azione coordinata per superare le barriere della crittografia, culminata nel 2021 con la decriptazione delle comunicazioni e la rivelazione di un vasto numero di utenze coinvolte.
La Corte di Cassazione ha chiarito diversi punti chiave riguardanti l'acquisizione di queste informazioni:
La decriptazione di comunicazioni estere: La corte ha stabilito che le chat crittografate, una volta decriptate dalle autorità estere, possono essere acquisite come documenti dai pubblici ministeri italiani, senza necessariamente cadere sotto la rigida disciplina delle intercettazioni, a patto che queste siano state trascritte e non siano più in "tempo reale".
La qualificazione giuridica delle chat decriptate: Le comunicazioni, una volta acquisite, sono state considerate come documenti o esiti di procedimenti diversi, in base al momento e al modo in cui sono state intercettate.
La decisione della Cassazione mira a bilanciare la necessità di protezione delle libertà individuali con le esigenze di efficacia delle indagini penali. Ha sottolineato l'importanza della trasparenza nelle procedure di acquisizione delle prove e ha riaffermato la necessità di un adeguato vaglio giurisdizionale.
Il verdetto della Corte di Cassazione segna un punto di svolta nel trattamento delle prove digitali acquisite in contesto internazionale. Mentre si attendono ulteriori dettagli e motivazioni, la sentenza fornisce un quadro più chiaro delle operazioni legali transfrontaliere, offrendo una guida essenziale per la prassi giuridica in un'era sempre più digitale.
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